Giulio Busi
Michelangelo Mito e solitudine del Rinascimento
Ed. Mondadori
LUOGO DI NASCITA DI MICHELANGELO
DAL LIBRO DI GIULIO BUSI (pagine 10 e 11)
Michelangelo viene al mondo verso le due del mattino di lunedì 6 marzo 1475. Ma dove lo facciamo nascere, a Chiusi o a Caprese? La Repubblica di Firenze ha stabilito che i podestà alternino la loro residenza. Sei mesi in una sede e sei mesi nell'altra, così non si fa torto a nessuno. Ed è proprio a causa di questa podesteria diasporica che Caprese e Chiusi si contendono da sempre l'onore d'aver dato i natali al futuro divin artista. Nel 1550 Ascanio Condivi, che dipende largamente da quanto gli confida lo stesso Michelangelo, rimane sul vago, e si limita a Scrivere che Lodovico Buonarroti, «essendo Potestà di Chiusi et di Caprese nel Casentino, hebbe questo figliuolo». A essere pignoli, Chiusi è in Casentino e Caprese in Val Tiberina, ma non ci sembra che Condivi vada così per il sottile. Giorgio Vasari, che nella prima edizione delle sue Vite, nel 1550, aveva fatto nascere il Nostro addirittura a Firenze, si corregge sulla base del Condivi, e aggiunge, con una nota d'orgoglio, che la podesteria del Buonarroti era «vicino al sasso della Vernia, dove san Francesco ricevé le stìmate, diocesi aretina». Chiusi, insomma, ma poiché Vasari è d'Arezzo, la sua glossa non ci pare al di sopra di ogni sospetto, nell'Italia dei campanili. Dall'anno 1700 si comincia a parlare d'un ricordo di Lodovico Buonarroti, secondo cui il piccolino sarebbe venuto alla luce a Caprese, e lì battezzato. Nel 1875, in occasione del quattrocentesimo anniversario michelangiolesco, una trascrizione della fatidica annotazione di papà Lodovico viene rinvenuta tra le carte di Casa Buonarroti. Vada dunque per la nascita a Caprese, e così troverete in tutte le biografie, da allora a adesso. Non che la differenza sia poi gran de. Ai tempi del nostro racconto, poveri e fuori mano lo sono tutti e due, sia Chiusi sia Caprese, ma volete mettere l'onore? Vi abbiamo avvertito, che è difficile acchiappare Michelangelo, costringerlo a rivelarsi. Una archivista di vaglia ha da poco ripreso in mano il documento indubitabile, e ha trovato più d'una ragione per dubitarne. È un falso ottocentesco, abborracciato alla meglio per vantare una scoperta, nel bailamme delle celebrazioni d'allora? Se così fosse, rischiamo di doverlo riportare indietro, il fantolino, e lasciarlo a Chiusi, con papà e mamma. Michelangelo è appena nato, e già è difficile trovare un posto per lui, con gli storici che fanno vagare la sua culla su e giù per l'Appennino.
Chiusi o Caprese che sia, a noi importa che sia nato qui in diSparte, in un angolo fuori mano di Toscana. L'inverno è stato rigido, ora si respira la primavera. Lodovico e Francesca hanno certo voglia di tornare. A fine marzo, quando Michelangelo ha poche settimane, allo scadere della podesteria, la famigliola rii prende la via di Firenze.
DAL LIBRO DI GIULIO BUSI (pagine 10 e 11)
Michelangelo viene al mondo verso le due del mattino di lunedì 6 marzo 1475. Ma dove lo facciamo nascere, a Chiusi o a Caprese? La Repubblica di Firenze ha stabilito che i podestà alternino la loro residenza. Sei mesi in una sede e sei mesi nell'altra, così non si fa torto a nessuno. Ed è proprio a causa di questa podesteria diasporica che Caprese e Chiusi si contendono da sempre l'onore d'aver dato i natali al futuro divin artista. Nel 1550 Ascanio Condivi, che dipende largamente da quanto gli confida lo stesso Michelangelo, rimane sul vago, e si limita a Scrivere che Lodovico Buonarroti, «essendo Potestà di Chiusi et di Caprese nel Casentino, hebbe questo figliuolo». A essere pignoli, Chiusi è in Casentino e Caprese in Val Tiberina, ma non ci sembra che Condivi vada così per il sottile. Giorgio Vasari, che nella prima edizione delle sue Vite, nel 1550, aveva fatto nascere il Nostro addirittura a Firenze, si corregge sulla base del Condivi, e aggiunge, con una nota d'orgoglio, che la podesteria del Buonarroti era «vicino al sasso della Vernia, dove san Francesco ricevé le stìmate, diocesi aretina». Chiusi, insomma, ma poiché Vasari è d'Arezzo, la sua glossa non ci pare al di sopra di ogni sospetto, nell'Italia dei campanili. Dall'anno 1700 si comincia a parlare d'un ricordo di Lodovico Buonarroti, secondo cui il piccolino sarebbe venuto alla luce a Caprese, e lì battezzato. Nel 1875, in occasione del quattrocentesimo anniversario michelangiolesco, una trascrizione della fatidica annotazione di papà Lodovico viene rinvenuta tra le carte di Casa Buonarroti. Vada dunque per la nascita a Caprese, e così troverete in tutte le biografie, da allora a adesso. Non che la differenza sia poi gran de. Ai tempi del nostro racconto, poveri e fuori mano lo sono tutti e due, sia Chiusi sia Caprese, ma volete mettere l'onore? Vi abbiamo avvertito, che è difficile acchiappare Michelangelo, costringerlo a rivelarsi. Una archivista di vaglia ha da poco ripreso in mano il documento indubitabile, e ha trovato più d'una ragione per dubitarne. È un falso ottocentesco, abborracciato alla meglio per vantare una scoperta, nel bailamme delle celebrazioni d'allora? Se così fosse, rischiamo di doverlo riportare indietro, il fantolino, e lasciarlo a Chiusi, con papà e mamma. Michelangelo è appena nato, e già è difficile trovare un posto per lui, con gli storici che fanno vagare la sua culla su e giù per l'Appennino.
Chiusi o Caprese che sia, a noi importa che sia nato qui in diSparte, in un angolo fuori mano di Toscana. L'inverno è stato rigido, ora si respira la primavera. Lodovico e Francesca hanno certo voglia di tornare. A fine marzo, quando Michelangelo ha poche settimane, allo scadere della podesteria, la famigliola rii prende la via di Firenze.