Ultima acquisizione
A Chiusi della Verna il 26 novembre 2016
è stato presentato presso il Palazzo Comunale il volume
Sotto fatale e felice stella
nel Casentino
Il volume curato da Nicoletta Baldini presenta i risultati delle indagini d'archivio sul luogo di nascita di Michelangelo
che comprovano definitivamente la nascita dell'artista a
Chiusi della Verna.
Il volume di carattere scientifico e di piacevole lettura presenta alcune novità e documenti
e per questa ricerca
‘FOTO D'ARTE Firenze’
Ha realizzato una campagna fotografica sui documenti manoscritti
conservati nell’Archivio di Stato di Firenze e in Casa Buonarroti
precedente pubblicazione di Andrea Manetti
1913 - Un Regio Decreto decide il luogo di nascita di Michelangelo
In prossimità dei festeggiamenti del quarto centenario della nascita di Michelangelo che hanno avuto luogo poi nei giorni 13 e 14 giugno del 1875, viene attuata una manovra alla “Prussiana” per designare Caprese come luogo di nascita di Michelangelo. Da quattro secoli tutti sapevano che il figlio del Podestà Lodovico era nato in Casentino, quando il padre, Podestà della Repubblica di Firenze, risiedeva a Chiusi Nuovo. Nel XVIII secolo due scrittori tentano di accreditare Caprese come luogo di nascita del Genio, ma le loro scarne note non indicano le fonti. La “curiosa notizia”, non suffragata da alcuna prova certa, cade immediatamente nel dimenticatoio. Poco dopo l’Unità d’Italia potenti e arroganti politici insieme a malvagi studiosi stravolgono la storia e impongono una diversa versione sul luogo di nascita di Michelangelo. Il popolo, ancora confuso dai recenti sconvolgimenti nazionali, subisce in silenzio. La manovra ha inizio con la comparsa di un documento improvvisamente trovato a Firenze e favorevole alla località tiberina, la cui autenticità, però, deve essere ancor oggi dimostrata. Altri passaggi del raffinato procedimento sono: la sopravalutazione di alcuni scrittori in sintonia con la tesi degli eccellenti protettori di Caprese, il discredito di quegli autori non allineati con la tesi in auge, la damnatio memoriae dell’opera del valtiberino Francesco Corazzini, il quale non aveva incluso Michelangelo tra i personaggi importanti della sua terra natia ed infine l’insistenza di far seguire, nelle pubblicazioni che citano la località tiberina, l’errata collocazione “in Casentino”. Infatti i biografi contemporanei di Michelangelo hanno lasciato scritto di una sua nascita in Casentino e tale ricordo si è tramandato di padre in figlio. Per cercar di rendere meno doloroso l’affronto al Casentino i potenti del tempo organizzano i festeggiamenti in entrambi i luoghi, ma in giorni diversi. Il 20 maggio 1875 gli amministratori di Chiusi “in esilio” a Bibbiena, saputo che i festeggiamenti avrebbero favorito il riconoscimento della rivale Caprese, si riuniscono in Consiglio e lasciano scritto a futura memoria nel verbale della riunione “[…] una viva tradizione confermata anche da molti dati storici aveva fatto ritenere che, quivi piuttosto ché a Caprese sia nato l’artista divino, sarebbe cosa indecorosa che il Comune di Chiusi rimanesse indifferente a tale grande avvenimento”. Con tale precisazione gli amministratori del comunello casentinese sono disposti a festeggiare la nascita di Michelangelo, ma ribadiscono che “quivi piuttosto che a Caprese” nasce il festeggiato. La delegazione nazionale diretta dal sindaco di Firenze Ubaldino Peruzzi si reca prima a Caprese dove dichiara:“io poso il piede sulla soglia della modesta casa[…] ove nacque Michelangelo Buonarroti”. Il giorno dopo il corteo degli illustri signori si reca a Chiusi e qui il sindaco Peruzzi dice testualmente:”e dopo aver assistito alle feste di Caprese, ove, per i documenti tramandati dalla famiglia del sommo artista, conviene credere ch’ei venisse alla luce”. Per ammorbidire il probabile risentimento dei Casentinesi, defraudati della loro più importante ricchezza, l’incauto oratore fa capire che la contesa passa dai politici agli storici: “[…] lasciando agli eruditi il disputare delle tradizioni e dei documenti onde trassero alimento queste gare nobili e feconde”. Nonostante le forti riserve del Beni (1881) e del D’Alberoro (1884) che dichiarano apocrifo il documento miracolosamente apparso a Firenze, niente cambia sul luogo di nascita di Michelangelo. Chi ha letto il mio libro “Michelangelo nasce in Casentino” ha certamente capito come i politici autori e beneficiari della manovra attendono, dopo i festeggiamenti del 1875 e i libri degli amici a sostegno, l’ancora di salvataggio rappresentata dall’opera che il Chinali ha iniziato a scrivere. Dopo sei anni di laboriosa gestazione il libro vedrà la luce nel 1904 con il titolo Caprese e Michelangelo. Dalla lettura del bel lavoro che tratta di Michelangelo solo in parte, si capisce chiaramente che lo scopo principale dell’autore è quello di portare acqua al mulino di Caprese le cui fonti (le prove certe) stanno venendo meno per le decise critiche al documento presente a Firenze. Alla conclusione della sua fatica letteraria lo scrittore valtiberino manifesta la sua modestia :” Parmi dunque che questo libro rechi un sussidio alla vita di Michelangelo, poiché le prove e gli argomenti da me addotti hanno tal valore storico, da non potersi più ragionevolmente supporre che il celebre Michelangelo Buonarroti nascesse a Chiusi in Casentino”. Chi ha letto il libro come ho dovuto fare io, lo avrà trovato interessante ma, per quanto riguarda il capitolo su Michelangelo, io non riesco ancora a capire quali siano le argomentazioni a favore della graziosa località di Caprese. Intanto per evitare che gli eruditi inizino “a disputare delle tradizioni e dei documenti” in modo tale da inguaiare gli arroganti politici, a Caprese s’inventa un Comitato per ricordare Michelangelo Buonarroti con il progetto di costruire un monumento in suo onore. L’11 settembre 1910 l’Onorevole Sanarelli inaugura una statua e nel suo discorso, pronunciato alla presenza di insigni personalità, dichiara: “Qui nel castello di Caprese –vicino all’aspro sasso della Verna doveva sorgere il monumento che ricordasse ai posteri il luogo donde trasse i natali il più grande degli artisti italiani”. Nonostante i festeggiamenti del 1875 e quelli recenti del 1911 le ragioni di Caprese sono ancora strettamente legate al documento definito apocrifo che si trova a Firenze. Per mettere la località tiberina al riparo da ulteriori sorprese, si ricorre al Regio Decreto 133 del 9 febbraio 1913, - col quale, sulla proposta del Ministro per l’Interno, viene autorizzato il cambiamento della denominazione del comune di Caprese (provincia di Arezzo) in quella di “ Caprese-Michelangelo”. Questa pessima iniziativa imposta dai politici su di una questione di competenza “degli eruditi”, doveva essere evitata sin dall’inizio almeno per amor di Patria. Non si doveva acuire la contesa tra le due vallate attribuendo alle due località il titolo di “Luoghi di Michelangelo”. Poi sarebbe stata da valorizzare la carica di Lodovico, padre di Michelangelo, come podestà di Chiusi e di Caprese e questo avrebbe unito e non diviso. L’interesse di campanile ha reso più aspra la disputa tra le due graziose località di altura. Pochi anni dopo il comunello casentinese, una volta perso il suo più illustre concittadino rischia addirittura la soppressione per la ventilata annessione con Bibbiena. Verrà salvato dal potente di turno e quindi promosso da Chiusi a Chiusi - della Verna. Con tale rabbercio si spera che l’annosa questione relativa a Michelangelo sia risolta, ma non è così perché il fuoco continuerà a covare sotto la cenere. Per decenni i casentinesi, amministratori in testa, non hanno più pensato al tesoro del quale sono stati privati. Forse al Casentino non interessa Michelangelo? Mi viene da dire che, salvo alcune rare eccezioni, ai troppi amministratori Michelangelo non scalda il cuore. Nel petto del popolo invece arde una fiammella che nemmeno il regio decreto è riuscito ad estinguere. In una calda serata dell’agosto 2000, mentre mi trovavo con amici ai tavolini del bar Impero di Badia Prataglia, alcuni parlavano di Michelangelo e della possibilità che il genio non fosse nato a Caprese. L’argomento m’incuriosì e decisi di verificare nell’archivio storico di Caprese. Ero stato colpito dal particolare per cui chi parlava riferiva quanto aveva sentito dire dai suoi vecchi. Il primo riscontro mi convinse ad approfondire la questione che in cinque anni di faticosa ricerca mi portò a considerare Michelangelo più Casentinese che Valtiberino. Dopo una prima esposizione dei risultati del mio lavoro presso gli Amici dei Musei di Firenze, seguì la pubblicazione del libro edito da Polistampa. Purtroppo il Patrocinio della Comunità Montana del Casentino non compare nelle prime pagine del testo per un disguido sorto al momento della stampa. Recentemente un signore che abita a Firenze, originario di una località nei pressi della Verna, mi ha confidato di aver sentito dire dai suoi vecchi che Michelangelo “nasce in Casentino nel bosco di fronte alla Verna”. La illustre famiglia Montini conserva il ricordo di una nascita di Michelangelo “in Camaioni”. Queste semplici testimonianze, unite alle notizie che si possono leggere nel mio lavoro, rappresentano “conclusioni assai convincenti” che nessuno ha avuto ancora il coraggio di contestare. Siamo alla soglia dei cento anni dall’emanazione del Regio Decreto con cui si voleva sigillare per sempre una tesi che solleva molti dubbi. Occorre ripristinare la verità storica e far si che il nome del giovane Buonarroti rechi benessere e serenità sia al Casentino che alla Valtiberina. Le due stupende vallate devono agire in sintonia perché Lodovico Buonarroti e il figlio Michelangelo le hanno unite per sempre. Non mi dilungo sulla storia delle contese tra Chiusi e Caprese perché chi ha interesse a conoscerla può leggere il mio libro, nel quale sono riportate le notizie utili agli eruditi per riprendere in mano la questione e dibatterla seriamente tenendo però lontani i politici.
Andrea Manetti.
In prossimità dei festeggiamenti del quarto centenario della nascita di Michelangelo che hanno avuto luogo poi nei giorni 13 e 14 giugno del 1875, viene attuata una manovra alla “Prussiana” per designare Caprese come luogo di nascita di Michelangelo. Da quattro secoli tutti sapevano che il figlio del Podestà Lodovico era nato in Casentino, quando il padre, Podestà della Repubblica di Firenze, risiedeva a Chiusi Nuovo. Nel XVIII secolo due scrittori tentano di accreditare Caprese come luogo di nascita del Genio, ma le loro scarne note non indicano le fonti. La “curiosa notizia”, non suffragata da alcuna prova certa, cade immediatamente nel dimenticatoio. Poco dopo l’Unità d’Italia potenti e arroganti politici insieme a malvagi studiosi stravolgono la storia e impongono una diversa versione sul luogo di nascita di Michelangelo. Il popolo, ancora confuso dai recenti sconvolgimenti nazionali, subisce in silenzio. La manovra ha inizio con la comparsa di un documento improvvisamente trovato a Firenze e favorevole alla località tiberina, la cui autenticità, però, deve essere ancor oggi dimostrata. Altri passaggi del raffinato procedimento sono: la sopravalutazione di alcuni scrittori in sintonia con la tesi degli eccellenti protettori di Caprese, il discredito di quegli autori non allineati con la tesi in auge, la damnatio memoriae dell’opera del valtiberino Francesco Corazzini, il quale non aveva incluso Michelangelo tra i personaggi importanti della sua terra natia ed infine l’insistenza di far seguire, nelle pubblicazioni che citano la località tiberina, l’errata collocazione “in Casentino”. Infatti i biografi contemporanei di Michelangelo hanno lasciato scritto di una sua nascita in Casentino e tale ricordo si è tramandato di padre in figlio. Per cercar di rendere meno doloroso l’affronto al Casentino i potenti del tempo organizzano i festeggiamenti in entrambi i luoghi, ma in giorni diversi. Il 20 maggio 1875 gli amministratori di Chiusi “in esilio” a Bibbiena, saputo che i festeggiamenti avrebbero favorito il riconoscimento della rivale Caprese, si riuniscono in Consiglio e lasciano scritto a futura memoria nel verbale della riunione “[…] una viva tradizione confermata anche da molti dati storici aveva fatto ritenere che, quivi piuttosto ché a Caprese sia nato l’artista divino, sarebbe cosa indecorosa che il Comune di Chiusi rimanesse indifferente a tale grande avvenimento”. Con tale precisazione gli amministratori del comunello casentinese sono disposti a festeggiare la nascita di Michelangelo, ma ribadiscono che “quivi piuttosto che a Caprese” nasce il festeggiato. La delegazione nazionale diretta dal sindaco di Firenze Ubaldino Peruzzi si reca prima a Caprese dove dichiara:“io poso il piede sulla soglia della modesta casa[…] ove nacque Michelangelo Buonarroti”. Il giorno dopo il corteo degli illustri signori si reca a Chiusi e qui il sindaco Peruzzi dice testualmente:”e dopo aver assistito alle feste di Caprese, ove, per i documenti tramandati dalla famiglia del sommo artista, conviene credere ch’ei venisse alla luce”. Per ammorbidire il probabile risentimento dei Casentinesi, defraudati della loro più importante ricchezza, l’incauto oratore fa capire che la contesa passa dai politici agli storici: “[…] lasciando agli eruditi il disputare delle tradizioni e dei documenti onde trassero alimento queste gare nobili e feconde”. Nonostante le forti riserve del Beni (1881) e del D’Alberoro (1884) che dichiarano apocrifo il documento miracolosamente apparso a Firenze, niente cambia sul luogo di nascita di Michelangelo. Chi ha letto il mio libro “Michelangelo nasce in Casentino” ha certamente capito come i politici autori e beneficiari della manovra attendono, dopo i festeggiamenti del 1875 e i libri degli amici a sostegno, l’ancora di salvataggio rappresentata dall’opera che il Chinali ha iniziato a scrivere. Dopo sei anni di laboriosa gestazione il libro vedrà la luce nel 1904 con il titolo Caprese e Michelangelo. Dalla lettura del bel lavoro che tratta di Michelangelo solo in parte, si capisce chiaramente che lo scopo principale dell’autore è quello di portare acqua al mulino di Caprese le cui fonti (le prove certe) stanno venendo meno per le decise critiche al documento presente a Firenze. Alla conclusione della sua fatica letteraria lo scrittore valtiberino manifesta la sua modestia :” Parmi dunque che questo libro rechi un sussidio alla vita di Michelangelo, poiché le prove e gli argomenti da me addotti hanno tal valore storico, da non potersi più ragionevolmente supporre che il celebre Michelangelo Buonarroti nascesse a Chiusi in Casentino”. Chi ha letto il libro come ho dovuto fare io, lo avrà trovato interessante ma, per quanto riguarda il capitolo su Michelangelo, io non riesco ancora a capire quali siano le argomentazioni a favore della graziosa località di Caprese. Intanto per evitare che gli eruditi inizino “a disputare delle tradizioni e dei documenti” in modo tale da inguaiare gli arroganti politici, a Caprese s’inventa un Comitato per ricordare Michelangelo Buonarroti con il progetto di costruire un monumento in suo onore. L’11 settembre 1910 l’Onorevole Sanarelli inaugura una statua e nel suo discorso, pronunciato alla presenza di insigni personalità, dichiara: “Qui nel castello di Caprese –vicino all’aspro sasso della Verna doveva sorgere il monumento che ricordasse ai posteri il luogo donde trasse i natali il più grande degli artisti italiani”. Nonostante i festeggiamenti del 1875 e quelli recenti del 1911 le ragioni di Caprese sono ancora strettamente legate al documento definito apocrifo che si trova a Firenze. Per mettere la località tiberina al riparo da ulteriori sorprese, si ricorre al Regio Decreto 133 del 9 febbraio 1913, - col quale, sulla proposta del Ministro per l’Interno, viene autorizzato il cambiamento della denominazione del comune di Caprese (provincia di Arezzo) in quella di “ Caprese-Michelangelo”. Questa pessima iniziativa imposta dai politici su di una questione di competenza “degli eruditi”, doveva essere evitata sin dall’inizio almeno per amor di Patria. Non si doveva acuire la contesa tra le due vallate attribuendo alle due località il titolo di “Luoghi di Michelangelo”. Poi sarebbe stata da valorizzare la carica di Lodovico, padre di Michelangelo, come podestà di Chiusi e di Caprese e questo avrebbe unito e non diviso. L’interesse di campanile ha reso più aspra la disputa tra le due graziose località di altura. Pochi anni dopo il comunello casentinese, una volta perso il suo più illustre concittadino rischia addirittura la soppressione per la ventilata annessione con Bibbiena. Verrà salvato dal potente di turno e quindi promosso da Chiusi a Chiusi - della Verna. Con tale rabbercio si spera che l’annosa questione relativa a Michelangelo sia risolta, ma non è così perché il fuoco continuerà a covare sotto la cenere. Per decenni i casentinesi, amministratori in testa, non hanno più pensato al tesoro del quale sono stati privati. Forse al Casentino non interessa Michelangelo? Mi viene da dire che, salvo alcune rare eccezioni, ai troppi amministratori Michelangelo non scalda il cuore. Nel petto del popolo invece arde una fiammella che nemmeno il regio decreto è riuscito ad estinguere. In una calda serata dell’agosto 2000, mentre mi trovavo con amici ai tavolini del bar Impero di Badia Prataglia, alcuni parlavano di Michelangelo e della possibilità che il genio non fosse nato a Caprese. L’argomento m’incuriosì e decisi di verificare nell’archivio storico di Caprese. Ero stato colpito dal particolare per cui chi parlava riferiva quanto aveva sentito dire dai suoi vecchi. Il primo riscontro mi convinse ad approfondire la questione che in cinque anni di faticosa ricerca mi portò a considerare Michelangelo più Casentinese che Valtiberino. Dopo una prima esposizione dei risultati del mio lavoro presso gli Amici dei Musei di Firenze, seguì la pubblicazione del libro edito da Polistampa. Purtroppo il Patrocinio della Comunità Montana del Casentino non compare nelle prime pagine del testo per un disguido sorto al momento della stampa. Recentemente un signore che abita a Firenze, originario di una località nei pressi della Verna, mi ha confidato di aver sentito dire dai suoi vecchi che Michelangelo “nasce in Casentino nel bosco di fronte alla Verna”. La illustre famiglia Montini conserva il ricordo di una nascita di Michelangelo “in Camaioni”. Queste semplici testimonianze, unite alle notizie che si possono leggere nel mio lavoro, rappresentano “conclusioni assai convincenti” che nessuno ha avuto ancora il coraggio di contestare. Siamo alla soglia dei cento anni dall’emanazione del Regio Decreto con cui si voleva sigillare per sempre una tesi che solleva molti dubbi. Occorre ripristinare la verità storica e far si che il nome del giovane Buonarroti rechi benessere e serenità sia al Casentino che alla Valtiberina. Le due stupende vallate devono agire in sintonia perché Lodovico Buonarroti e il figlio Michelangelo le hanno unite per sempre. Non mi dilungo sulla storia delle contese tra Chiusi e Caprese perché chi ha interesse a conoscerla può leggere il mio libro, nel quale sono riportate le notizie utili agli eruditi per riprendere in mano la questione e dibatterla seriamente tenendo però lontani i politici.
Andrea Manetti.
ai Giornali
Può capitare che fatti avvenuti nel corso della storia ci vengano tramandati in modo non chiaro oppure che nel corso degli anni, o dei secoli, gli stessi fatti vengano intenzionalmente modificati per scopi non proprio virtuosi e disinteressati. Ed è proprio quello che si è verificato circa il luogo di nascita di Michelangelo.
I primi biografi contemporanei e amici dell’Artista, quali il Vasari, il Condivi, e successivamente B.Varchi e altri, hanno scritto che Michelangelo nacque il 6 marzo 1475 a Chiusi in Casentino, di fronte al Sasso della Verna. Il luogo preciso nessuno lo ha mai indicato, ma di certo sappiamo che la nascita avvenne di fronte al Sasso della Verna. Indicazione precisa, importantissima.
Dopo la morte dell’Artista altri scrittori e biografi di tutto il mondo continuarono a indicare Chiusi in Casentino il luogo di nascita di Michelangelo attingendo alle fonti del Vasari e del Condivi. In Casentino furono fatte varie guide - ristampate per secoli - che riportavano sempre Chiusi in Casentino il luogo di nascita dell’Artista. Di notevole importanza è l’opera Compendio delle devozioni e Meraviglie del sacro Monte della Verna. I Francescani avevano rapporti politici e istituzionali con il Podestà Lodovico Buonarroti, padre del grande artista, e annotavano nei loro registri eventi della vita spirituale ma anche i ”fatti più notabili e meravigliosi accaduti in esso Sacro Monte”. I Frati della Verna si possono pertanto considerare quasi testimoni oculari. La testimonianza di questa nascita, ripetuta per secoli dai Francescani, è pertanto una fonte senza dubbio attendibile.
Nel XVIII Secolo venne fuori una voce secondo la quale Michelangelo sarebbe nato a Caprese. La notizia che fu definita “curiosa” non fu presa in alcuna considerazione poiché il luogo di nascita di Michelangelo a Chiusi in Casentino, era ormai un fatto consolidato.
In seguito però alcuni pensarono bene di sfruttare la “curiosa notizia”. Personaggi del mondo culturale la riportarono nei loro scritti e vennero pubblicate molte notizie alcune delle quali con grossolane inesattezze, omissioni, e senza fornire le fonti da cui provenivano.
Tuttavia con il passare del tempo aumentarono i personaggi che si schierarono a favore di Caprese. Intanto si avvicinavano i festeggiamenti per il 4° centenario della nascita di Michelangelo.
A quel tempo Caprese aveva un’amministrazione molto attiva guidata dal dinamico sindaco Giovanni Ricci che aveva fatto progredire la vita nel territorio da lui amministrato. Il Gonfaloniere pensò di portare i festeggiamenti del 4° centenario a Caprese, ed ebbe l’appoggio di personalità influenti del mondo della cultura, della politica e degli affari. In quegli anni si lavorò per rendere incerte le testimonianze dei primi biografi e vennero date, inoltre, una serie di notizie sulla nascita di Michelangelo a Caprese sostenute da particolari non suffragati però da fonti certe. Con l’avvicinarsi del centenario fu provvidenzialmente trovato un certificato di nascita dell’Artista, che non fu mai autenticato né allora e tantomeno oggi L’Amministrazione guidata da Ricci riuscì comunque ad ottenere il prestigioso riconoscimento: in quel comune furono celebrati i festeggiamenti del 4° centenario e così, nel 1875, Michelangelo fu fatto nascere a Caprese.
Senza risultato furono le proteste da parte di Chiusi, da vari organismi e personalità. Anzi, Caprese continuò la propria battaglia fino a che, nel 1913, con Regio Decreto n.133 del 9 febbraio, ottenne il cambiamento della denominazione del comune che da Caprese si chiamò “Caprese Michelangelo”.
Michelangelo è cittadino del mondo e poco importa dov’è nato, ma le evidenti testimonianze storiche che indicano il Casentino quale suo luogo di nascita, troviamo giusto ricordarle nel momento in cui un paese vorrà ancora festeggiare una realtà camuffata.
Grazie per l’ospitalità. Vera Biagioni
I primi biografi contemporanei e amici dell’Artista, quali il Vasari, il Condivi, e successivamente B.Varchi e altri, hanno scritto che Michelangelo nacque il 6 marzo 1475 a Chiusi in Casentino, di fronte al Sasso della Verna. Il luogo preciso nessuno lo ha mai indicato, ma di certo sappiamo che la nascita avvenne di fronte al Sasso della Verna. Indicazione precisa, importantissima.
Dopo la morte dell’Artista altri scrittori e biografi di tutto il mondo continuarono a indicare Chiusi in Casentino il luogo di nascita di Michelangelo attingendo alle fonti del Vasari e del Condivi. In Casentino furono fatte varie guide - ristampate per secoli - che riportavano sempre Chiusi in Casentino il luogo di nascita dell’Artista. Di notevole importanza è l’opera Compendio delle devozioni e Meraviglie del sacro Monte della Verna. I Francescani avevano rapporti politici e istituzionali con il Podestà Lodovico Buonarroti, padre del grande artista, e annotavano nei loro registri eventi della vita spirituale ma anche i ”fatti più notabili e meravigliosi accaduti in esso Sacro Monte”. I Frati della Verna si possono pertanto considerare quasi testimoni oculari. La testimonianza di questa nascita, ripetuta per secoli dai Francescani, è pertanto una fonte senza dubbio attendibile.
Nel XVIII Secolo venne fuori una voce secondo la quale Michelangelo sarebbe nato a Caprese. La notizia che fu definita “curiosa” non fu presa in alcuna considerazione poiché il luogo di nascita di Michelangelo a Chiusi in Casentino, era ormai un fatto consolidato.
In seguito però alcuni pensarono bene di sfruttare la “curiosa notizia”. Personaggi del mondo culturale la riportarono nei loro scritti e vennero pubblicate molte notizie alcune delle quali con grossolane inesattezze, omissioni, e senza fornire le fonti da cui provenivano.
Tuttavia con il passare del tempo aumentarono i personaggi che si schierarono a favore di Caprese. Intanto si avvicinavano i festeggiamenti per il 4° centenario della nascita di Michelangelo.
A quel tempo Caprese aveva un’amministrazione molto attiva guidata dal dinamico sindaco Giovanni Ricci che aveva fatto progredire la vita nel territorio da lui amministrato. Il Gonfaloniere pensò di portare i festeggiamenti del 4° centenario a Caprese, ed ebbe l’appoggio di personalità influenti del mondo della cultura, della politica e degli affari. In quegli anni si lavorò per rendere incerte le testimonianze dei primi biografi e vennero date, inoltre, una serie di notizie sulla nascita di Michelangelo a Caprese sostenute da particolari non suffragati però da fonti certe. Con l’avvicinarsi del centenario fu provvidenzialmente trovato un certificato di nascita dell’Artista, che non fu mai autenticato né allora e tantomeno oggi L’Amministrazione guidata da Ricci riuscì comunque ad ottenere il prestigioso riconoscimento: in quel comune furono celebrati i festeggiamenti del 4° centenario e così, nel 1875, Michelangelo fu fatto nascere a Caprese.
Senza risultato furono le proteste da parte di Chiusi, da vari organismi e personalità. Anzi, Caprese continuò la propria battaglia fino a che, nel 1913, con Regio Decreto n.133 del 9 febbraio, ottenne il cambiamento della denominazione del comune che da Caprese si chiamò “Caprese Michelangelo”.
Michelangelo è cittadino del mondo e poco importa dov’è nato, ma le evidenti testimonianze storiche che indicano il Casentino quale suo luogo di nascita, troviamo giusto ricordarle nel momento in cui un paese vorrà ancora festeggiare una realtà camuffata.
Grazie per l’ospitalità. Vera Biagioni